La mostra, organizzata da Il Cigno Arte in collaborazione con Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara - a cui l'Archivio ha partecipato con la sessione storico documentaria e fotografica - costituisce un omaggio a Vittorio Cini (1885-1977), definito da Indro Montanelli «l’ultimo Doge di Venezia». Mecenate e filantropo, uomo curioso e amante del bello, Cini fu anche uno dei più intelligenti collezionisti del Novecento: nella sua ricca e variegata raccolta figuravano, tra gli altri, capolavori di grandi maestri del Rinascimento estense, testimonianza della passione per l’arte della sua città natale, cui si avvicinò anche grazie alla frequentazione di Nino Barbantini, curatore della celebre mostra di Palazzo dei Diamanti del 1933.
Attraverso le opere di ventotto artisti (Riccardo Ajossa, Marco Bernardi, Alberto Biasi, Andrea Boyer, Vito Bongiorno, Lucia Crisci, Ettore de Conciliis, Stefania Fabrizi, Shay Frisch, Elisa Grezzani, Carlo Gavazzeni Ricordi, Claudio Koporossy, Rosaria Gini, Alessandra Giovannoni, Umberto Mariani, Riccardo Monachesi, Giorgio Ortona, Tommaso Ottieri, Achille Perilli, Elena Pinzuti, Piero Pizzi Cannella, Mauro Reggio, Oliviero Rinaldi, Maurizio Savini, Giovanni Tommasi Ferroni, Emilio Vedova, Marco Verrelli, Ortensio Zecchino), perlopiù concepite ad hoc in previsione della collettiva, viene evocata la vicenda umana e professionale di questo illustre ferrarese, protagonista della storia e della vita economica, politica, sociale e culturale italiana del Novecento. Numerosi lavori insistono sui luoghi nei quali lasciò un segno indelebile, a partire dalla sua città di adozione, dove abitò nel cinquecentesco palazzo sul Canal Grande a San Vio (che impreziosì con straordinarie opere d’arte antica collezionate nel corso degli anni) e dove promosse il recupero dell’Isola di San Giorgio Maggiore, fondandovi il primo ente privato italiano che si poneva come scopo principale la ricerca umanistica. E ancora, la terraferma, la zona industriale di Porto Marghera, del cui quartiere urbano gettò le basi; e, naturalmente, Roma, la città Eterna, dove Mussolini gli affidò la gestione di una delle più straordinarie avventure dell’urbanistica moderna, l’Esposizione Universale (E42). Altre opere rinviano alle sue iniziative imprenditoriali (ad esempio nel settore dell’industria elettrica) e alla sua vicenda biografica. Come sottolinea Marco Di Capua, dai diversi spunti forniti dagli artisti che hanno indagato la «geografia ciniana» emerge «un DNA creativo e civile, progettuale ed estetico che condiziona e rende evidente, in modo lampante, il senso moderno della civiltà italiana».
Con fotografie storiche e documenti, la mostra testimonia l’attività collezionistica di Vittorio Cini, definito da Federico Zeri «vero raccoglitore di pittura antica», e alcune significative iniziative come il restauro e il progetto di arredo del Castello di Monselice, la donazione del Palazzo di Renata di Francia al Comune di Ferrara (1942) e della residenza di famiglia in via Santo Stefano ai Gesuiti (1950), trasformata nell’Istituto di Cultura “Casa Giorgio Cini” e oggi di proprietà della Diocesi di Ferrara.
Giorni e orari di apertura
venerdì 15 - 18.30
sabato e domenica 10.30 - 18.30
chiuso lunedì, martedì, mercoledì e giovedì
Ingresso gratuito
Prenotazioni
https://www.comune.fe.it/prenotazionemusei
Informazioni
tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it
comune.fe.it/bonacossi
Stampa
A Ferrara prosegue la mostra “Vittorio Cini. L’ultimo doge”: sarà visitabile a Palazzo Bonacossi fino al 26 febbraio 2023 | Corriere Nazionale, 11 dicembre 2022
Vittorio Cini, mecenate e filantropo. Ferrara omaggia il suo "ultimo doge" di Lauro Casoni | Il Resto del Carlino, 13 novembre 2022
Vittorio Cini. L'ultimo doge Artribune, 13 novembre 2022
L’ultimo doge di Venezia rivive a Palazzo Bonacossi estense.com, 13 novembre 2022